lunedì 15 luglio 2013

Lo sguardo estatico della Kienge Konge.

 Dice: "È il momento di fermarsi e riflettere insieme sull'Italia di domani". 


Non mi pare che i rapporti tra indigeni italici e nuovi arrivati siano mai stati idillici...
Un senso di soggiogare popoli trattandoli come schiavi senza catene , ha sempre giocato a favore di questo arrivo indiscriminato.
Alla base un cancro sociale, dove la nostra vita pare sospesa, violentata , fermata da burocrazia ed ingiustizie varie.
Gli stranieri adesso usano l'Italia, si sentono protetti, aprono ditte...
Il rovescio della medaglia è che l'Italia di domani sarà solo una regione geografica diluita da razze diverse , connotati precisi spazzati via come da uno tzunami.
Resteremo solo sui libri, sulla narrativa, nella storia ...sempre che si avrà la libertà di poterne attingere ancora.
Non esiste integrazione con chi sogna di tagliarci la testa uno per uno, non esiste integrazione con chi non sa cosa sia la lingua italiana, i nostri modi di comportarci.
Milano è diventata una città di merda , come tante altre nel nord ...
I nostri capitali vengono quotidianamente esportati all'estero, attraverso i trasferimenti di denaro , il reddito prodotto da questa gente non resta in Italia.
Non ci vuole un matematico o un sociologo per capire che la politica ha fatto un grave capitombolo e anche la gente di cui essa si doveva occupare.

L'Italia di domani sarà come un campo devastato da cavallette.

Chi ha messo questo personaggio al governo è un irresponsabile, come lo è la politica allo stato attuale.

Non si risolve il problema dei giovani con finanziamenti.

Vanno rivalutate la chiusura delle frontiere, l'autarchia , le produzioni di fabbriche , la rivalutazioni delle professioni artigianali ed il sacrificio individuale, al bando le culture edonistiche. 




  

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